IL RESPIRO DEL TEMPO.
Il Gigante di Palermo
Il Gigante di Palermo
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IL RESPIRO DEL TEMPO. Il Gigante di Palermo.
Luogo dell’Identità e della Memoria
“IL RESPIRO DEL TEMPO. Il Gigante di Palermo” è momentaneamente la terza e ultima tappa del nostro nuovo viaggio in giro per la Sicilia, e racconterà il Monte Cuccio di Palermo.
Ci eravamo infatti prefissati tre tappe, a partire dall’Estate 2020, realizzando dei documentari molto diversi tra loro che hanno raccontato:
- un territorio comunale (quello della Città di Patti);
- un singolo monumento (il Castello di Caccamo);
- un’area naturale, all’interno della quale si trovano una serie di elementi interessanti di cui parlare (il Monte Cuccio di Palermo).
Dopo aver narrato, infatti, del Castello di Caccamo, ovvero di un singolo monumento, collocato nel Comune di Caccamo, dall’importanza fondamentale per la comprensione della storia basso-medievale siciliana, adesso ci siamo concentrati su un’area naturale che, stavolta, non va solo raccontata per le sue meraviglie. Il Monte Cuccio, nonostante sia la vetta più alta della Conca d’Oro, è un gigante silenzioso, quasi dimenticato, che si trova molto spesso ai margini dell’attenzione cittadina sotto diversi aspetti.
Lo scopo di questo documentario (che è un vero e proprio cortometraggio di 33′,47″) è quello di avviare una vera e propria rivalutazione dell’intero sito, esplorandone i pendii fino alla vetta ma anche intervistando chi ha convissuto e convive tuttora con la sua imponente presenza.
Partiamo da qui: il Cuccio è già Luogo dell’Identità e della Memoria della Regione Siciliana, perché parte dei Luoghi del Racconto Letterario di Luigi Pirandello (citato nella novella L’Esclusa). Un riconoscimento di cui, probabilmente, fin troppe persone (compresi gli abitanti del luogo) sono ancora all’oscuro.
IL RESPIRO DEL TEMPO. Il Gigante di Palermo.
Meraviglie storiche, naturalistiche e geologiche
Scalare la vetta del Cuccio è un’esperienza che chiunque ami Palermo deve fare. Giungere a 1050 metri sul livello del mare, e vedere dall’alto tutta la costa siciliana che si estende dal più profondo Trapanese al Messinese e all’Etna, rende pienamente l’idea dell’insularità siciliana.
Su uno dei percorsi abbiamo incontrato la torre di Portella Sant’Anna (costituita da diverse stratificazioni storico-architettoniche, dall’alto-medievale al primo moderno) e un bunker della Seconda Guerra Mondiale. Ma il Cuccio, e in particolare presso la frazione palermitana di Baida, presenta anche altri luoghi d’interesse storico, come:
- il convento trecentesco chiaramontano dedicato a San Giovanni Battista, con il suo antico orto annesso;
- le ville Liberty dei primi del Novecento;
- rovine d’epoca incerta circolari o spiraliformi, segni di strade e mura a secco;
Altri importanti siti, stavolta d’interesse geologico, sono:
- La Grotta Luparello, di origine marina, all’interno della quale sono stati ritrovati i resti del Palaeoloxodon falconeri, un elefante nano di 500.000 anni fa, conservati nel Museo di Geologia e Paleontologia Gaetano Giorgio Gemmellaro di Palermo;
- la Grotta dell’Arena, una piccola spelonca di crollo con evidenze carsiche;
- Una cava attiva e due abbandonate.
Purtroppo, alcuni siti interessanti dal punto di vista storico-archeologico e geologico sono stati per sempre distrutti. Vale per alcune tombe di presunta origine medievale (arabe), insieme alla grotta in cui erano state scoperte (Grotta Salerno); e soprattutto per la straordinaria Grotta delle Quattro Arie, una grande cavità carsica che, almeno fino agli anni Settanta del secolo scorso, recava ben tre laghetti, stalattiti, stalagmiti e colonne, per un’ampiezza di oltre 100 m in orizzontale.
IL RESPIRO DEL TEMPO. Il Gigante di Palermo.
Un luogo che va difeso e valorizzato
Il Monte Cuccio, i suoi equilibri e i suoi microcosmi sono costantemente messi in pericolo dall’incuria e dall’azione spregiudicata e intenzionale di persone senza scrupoli, che durante i periodi più caldi dell’anno, come purtroppo avviene ancora nelle aree verdi di tutta la Sicilia, si traduce in un’emergenza incendi, che ogni anno rischia di portare via con sé una parte importante del patrimonio ambientale di questi luoghi.
Già l’edilizia selvaggia, alla metà del XX secolo, ha contribuito grandemente alla quasi totale distruzione di quello che rappresentava un vero e proprio locus amoenus alle porte di Palermo: il borgo di Baida, per l’appunto. Il fuoco rappresenta oggi uno dei nemici più feroci che, per evitare ulteriori disastri, deve essere fermato ancor prima che torni a bruciare.
Il contrasto agli incendi parte infatti dalla prevenzione, ma anche dalla consapevolezza della popolazione in merito all’importanza di ciò che li circonda, e che potrebbe costituire una serie di tasselli per la costruzione di un’identità locale forte.
Ringraziamo per il supporto
- la Città di Palermo
- L’associazione Salviamo l’Oreto;
- ImprontaMagazine.it;
Citiamo nello specifico, con vera gratitudine:
- gli intervenuti Lavinia Sposito (ceramista), Vincenzo Interguglielmi (fotografo), Mario Cusimano, Giancarlo Pirolo (dottore in Scienze Geologiche), fra’ Angelo Li Calzi (frate francescano), Davide Mangano (guida naturalistica), Salvatore Bucchieri (attivista, promotore candidatura di Monte Cuccio a Luogo del Cuore FAI 2020);
- Rosario Abbate e Pietro Pillitteri per le fonti e le preziose informazioni;
- i piloti di drone Francesco Allegra e Vito Rizzo;
- l’Istituto Zootecnico della Regione Siciliana;
- il Museo di Geologia e Paleontologia Gaetano Giorgio Gemmellaro di Palermo;
- Giuseppe Vella (che ci ha accompagnato presso l’area della Grotta Luparello nel Giugno 2019)
- Vincenzo Figuccia e Paolo Caracausi per l’indispensabile sostegno.
Da questo momento inizieremo a lavorare alacremente per continuare la serie IL RESPIRO DEL TEMPO anche durante i prossimi mesi.
Intanto, ancora una volta, non ci resta che augurarvi “buon viaggio”, con Il Gigante di Palermo.